Iniziamo questo articolo dicendo che bisogna fare attenzione a comprendere il significato di "naturale aggressività" parlando di Pit Bull e alla differenza tra la naturale aggressività e una aggressività forzata dall'addestramento cui l'uomo sottopone il cane e prima ancora alla selezione mirata a ottenere soggetti sempre più perfezionati nell'arte della lotta dell'ultimo sangue.
Generalmente in etologia si parla di aggressività con riferimento a tutti quegli stati interni o motivazionali che spingono un animale a mostrare comportamenti aggressivi.
Poiché non sempre l'aggressività sfocia in una reale aggressione, le due cose vanno tenute ben distinte. Un conto sono i comportamenti aggressivi e un altro la vera e propria azione di aggredire un conspecifico o un animale di altra specie.
Per quanto concerne il comportamento aggressivo interspecifico tra maschi adulti, importanza fondamentale riveste la produzione di testosterone, l'ormone sessuale.
Tuttavia nella determinazione dell'aggressività intervengono altri importanti fattori perché un solo stimolo non produce da solo tutti i comportamenti tipici dell'aggressività che è il risultato di complesse interazioni tra le determinanti biologiche dell'individuo e i fattori ambientali che ne regolano l'espressione, soprattutto stimoli ed esperienze.
Alcuni etologi hanno tentato di spiegare l'aggressività intraspecifica di natura competitiva, quella che spinge animali della stessa specie a lottare per il territorio, per la posizione gerarchica, per l'accoppiamento ecc., con l'esistenza in molti animali, uomo e cane compresi, di una "appetenza" ad aggredire i conspecifici.
In questa ottica l'aggressività non è solo evocata da segnali e stimoli esterni ma è anche determinata da una situazione endogena, eccitazione spontanea del sistema nervoso, che genera una pulsione aggressiva che spinge l'animale alla ricerca dello stimolo scatenante, per, poi, poter scatenare contro un altro cane la fase del combattimento che gli permette di scaricare l'accumulo di energia aggressiva.
Una seconda e ottima teoria è quella secondo cui l'aggressività sia un istinto reattivo che, pur avendo una sua programmazione biologica, si manifesta in risposta a stimoli ben precisi e che, almeno negli animali più evoluti, anche esperienza e apprendimento entrino nella determinazione della risposta aggressiva allo stimolo.
E' fuori di dubbio che il nostro cane abbia una notevole aggressività "INNATA" aggressività che però è stata per secoli stimolata dall'uomo con selezioni accurate e con condizionamenti e stimoli durante il suo addestramento.
Ma l'aggressività, come abbiamo detto non è negativa di per sé, soprattutto se, come nel Pit Bull, è accompagnata da doti indiscutibili come l'obbedienza e la sottomissione all'uomo (se giustamente sfruttate, le doti di questo cane, sono importantissime per l'uomo).
I Pit Bulls sono cani fedelissimi, coraggiosissimi e di obbedienza cieca.
Il Pit Bull è ideale come cane da difesa e da guardia (se addestrato). E' un ottimo compagno di famiglia, anche con bambini, perché estremamente paziente.
Un vecchio racconto scritto, parla di esperienze con cani addestrati per la lotta e quindi già più stimolati a comportamenti aggressivi (rispetto quelli che invece sono i Pit Bull della linea più pesante e "tranquilla" che noi andiamo delineando); molti cani, secondo gli scritti di Stratton, dopo le lotte tornavano a casa e si lasciavano coccolare dai figli dei loro padroni come cani qualsiasi...
Noi di free Pit Bull negli anni, grazie alla nostra passione principalmente per i Pit Bull, abbiamo avuto modo di conoscere e possedere numerosi di questi cani (Staffordshire Bull Terrier, American Pit Bull Terrier, Amstaff, American Bully), maschi adulti, fattrici e cuccioli, e possiamo confermare che non abbiamo mai riscontrato ferocia o stimoli di attacco verso le persone.
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| American Staffordshire Terrier |
Il problema purtroppo esiste ed è grave; infatti cani selezionati per rendere sempre più fissi certo caratteri, e addestrati con brutalità e ferocia possono trasformarsi in Killer spietati, soprattutto nei confronti degli altri cani o di altri animali, visto che gli attacchi rivolti verso l'uomo sono episodi isolati che capitano anche con riferimento a cani di razze normalmente considerate docili.
Il punto è però che la colpa non è del cane ma del padrone del cane, di chi senza a volte neppure sapere che cos'ha tra le mani si comporta con il Pit Bull come si comporterebbe con una tartarughina...
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| American Bully |
Imparare a capire gli animali, a rispettarli principalmente, a prenderli con sé solo se si è sicuri di poter dare loro ciò di cui hanno bisogno dovrebbe essere una cosa normale, ma avvolte non è così....
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| Staffordshire Bull Terrier |
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| Amrican Pit Bull Red Nose |
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Belloooo
RispondiEliminaBuon articolo, ma a mio avviso, incompleto. Lo si poteva ampliare, inserendo e trattando, in modo più corposo, i fattori ambientali. Sono questi i fattori, modificabili dall'uomo, che risultano più importanti e comprensibili per il "comune cittadino".
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